Trecentoventuno segnalazioni di
violenza contro donne e
minori nel 2012 nel solo
Friuli Occidentale. È la
somma degli "allarmi" che
la Provincia di Pordenone ha
raccolto dai distretti dei
Servizi sociali provinciali.
Il dato è stato illustrato
ieri in Prefettura, davanti
al viceprefetto Alessandra
Vinciguerra e ai
rappresentanti di Questura, Carabinieri,
Ufficio scolastico,
associazioni Voce
Donna, Caritas e Neda
Day. La mattinata è stata
l'occasione per affrontare un
tema parallelo a
quello della violenza su
donne e minori, ma per il
quale esistono grandi difficoltà
di individuazione: le
spose bambine. Un fenomeno
diffuso anche nel
territorio pordenonese, per
ora quantificabile solo
in segnalazioni anonime che
circolano in ambito scolastico.
Così un intervento diretto
è particolarmente difficile,
«soprattutto perché,
pur essendo un
reato, avverrebbe al
di fuori dei confini nazionali»,
spiega Eligio Grizzo,
vicepresidente della
Provincia. Proprio
per questo motivo, su spinta dell'associazione Neda
Day, partirà nei
prossimi giorni una campagna
di sensibilizzazione nelle
scuole per la divulgazione
del numero verde
800.290.290. Si tratta dello
sportello telefonico diretto
a favorire l'emersione
delle potenziali vittime
di tratta, attivo 24
ore su 24, gratuito e anonimo.
Possono contattarlo sia
le vittime che gli Enti
pubblici. Il servizio è già
attivo nel Comune di Venezia,
con delega per tutto
il Triveneto, allo scopo di
fornire assistenza a minori
vittime dei matrimoni forzati.
Intanto la Provincia
è al lavoro su un
programma di sensibilizzazione attraverso
manifesti informativi
in tutte le
lingue da distribuire nelle
scuole e incontri con
le diverse comunità immigrate
residenti sul territorio
per cercare di far
emergere i casi a rischio e
informare. Inoltre a
Pordenone, Taher Djafarizad (iraniano
residente in
Italia da oltre 30 anni, dell’associazione
Neda Day)
ha contattato una quindicina
di avvocati «che
hanno dato la disponibilità a
collaborare, offrendo gratuitamente
il loro
supporto legale».